Rarissimo era negli antichi tempi lo scambio di lettere tra privati, prima di tutto per i difficili e scarsi mezzi di comunicazione e I poi perché ben pochi sapevano leggere e scrivere numerose invece erano le lettere che si scambiavano le Repubbliche ed i Principi. A Padova furono molte quelle emanate dalla Repubblica che durò 135 anni (dal 1183 al 25 luglio 1318) e molte pure quelle dei Signori da i Carrara il cui governo durò dal 1318 al 1405 e ciò salvo tre interruzioni durante le quali dominò per 18 anni Ezzelino da Romano per 8 anni gli Scaligeri di Verona e per 2 i Visconti di Milano. Per nostra grande sventura, quasi tutti documenti e quelle lettere originali andarono distrutti nell'incendio del Salone Ove risiedeva il patrio archivio, incendio avvenuto nella notte del 3 febbraio 1420 e che in sole tre ore distrusse ogni cosa compresa gran par'te del Salone stesso. Però molti conventi e molte città conservarono copie ed anche molti originali delle lettere ricevute da Padova e benché questi atti non siano molti pure bastano per dare un'idea delle lettere di quel tempo. Scritti del 1285. del 1308 risultano vergati con caratteri minuscoli gotici, carattere il cui uso vigeva in Italia fin dal 1200. La materia usata era pergamena prima del 1250 e poi carta di cotone, non di lino della quale soltanto dopo il 1340. Ubertino da Carrara ordinò l'impianto di due fabbriche a Padova ed a Battaglia, Queste lettere venivano chiuse e piegate (non si conoscevano le buste) e nel posto della piegatura veniva applicata della cera sulla quale s'imprimeva il suggello, quindi non potevano venir aperte senza romperlo. La lingua adoperata quasi sempre era latina, ma talvolta usavasi l'italiano e perfino il dialetto padovano. Queste lettere erano copiose di titoli altisonanti quando erano dirette a persone potenti e delle quali si aveva bisogno, erano invece semplici e con freddi saluti quando erano dirette a persone inferiori di grado allo scrivente. Quando la Repubblica di Venezia nel 1379 ebbe bisogno dell'aiuto di Padova per la guerra di Chioggia. il Doge che era ben superiore al Signore di Padova, cominciò la lettera con questo titolo: al Magnifico et Possente Signore Messer Francesco da Carrara di Padua; cosa che non avrebbe scritto se non avesse avuto bisogno di lui.
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